Attualità

Pressing del coordinamento europeo “Salviamo l’Uomo di Altamura”

La Redazione
L'Uomo di Altamura.
Il Coordinamento continuerà a sviluppare l'azione di denuncia e di mobilitazione collettiva.
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In merito alle recenti vicende che stanno interessando l’Uomo di Altamura, riceviamo e pubblichiamo una nota del Coordinamento europeo “Uomo di Altamura”, a firma del giornalista Eric Jozsef.

“L’audizione presso la Commissione cultura del Consiglio Regionale convocata dal Presidente Santorsola su sollecitazione del Consigliere Regionale Enzo Colonna che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del Coordinamento Europeo “Salviamo l’Uomo di Altamura”, ha finalmente indotto la Soprintendenza Archeologica e il Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali a manifestare, verbalmente, la sua posizione in merito al progetto “KARST”, che prevede l’asportazione del cranio dell’Uomo di Altamura dalla sua sede naturale, che lo ha protetto per 150 mila anni. I rappresentanti del Ministero, Dott. La Rocca e Dott.ssa Vantaggiato, hanno dichiarato che la rimozione rappresenterebbe la fase conclusiva del progetto e sarebbe effettuata solo dopo le opportune valutazioni inerenti alla conservazione del reperto. Insomma, una posizione pilatesca che non può essere per nulla condivisa dal Coordinamento, dall’intera opinione pubblica né dal mondo scientifico e speleologico. Per questo, il Coordinamento, che sin dalla sua costituzione ha rifuggito qualsiasi forma di sterile allarmismo, esigendo e continuando unicamente ad esigere di conoscere fino in fondo la vera natura del progetto del prof. Manzi, che da una parte si presenta come progetto di ricerca scientifica, dall’altra si trasforma in un progetto di valorizzazione e musealizzazione, per di più “esterna”, che non spetta al mondo della Ricerca Scientifica, chiede che sia fatta chiarezza. Insomma, un progetto che deve essere decisamente rimodulato come sostengono anche autorevoli studiosi e ricercatori da noi interpellati e che nella parte finale deve assolutamente essere cambiato, perché non è per nulla accettabile a causa della sua pericolosità, data l’irreversibilità della prevista attività di rimozione dello scheletro fossile. Intanto il Coordinamento, con determinazione, continuerà a sviluppare, e questa volta con più forza, l’azione di denuncia e di mobilitazione collettiva. Il 1’ novembre non è che la prima manifestazione pubblica a cui seguiranno altri momenti di sensibilizzazione”.

lunedì 23 Ottobre 2017

(modifica il 27 Giugno 2022, 17:55)

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