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Covid, Anelli sul vaccino: «Funziona ed è l’unica vera via per uscire dall’emergenza»

La Redazione
Il Presidente dell Ordine dei Medici
Il presidente dei medici: «Abbiate fiducia e accettate i vaccini proposti. I dati sulla sorveglianza sanitaria parlano chiaro»
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"Sollecito tutti ad avere fiducia nella scienza e ad affidarsi ai medici per la scelta del vaccino": è l'appello di Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici.

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"Nel caso di AstraZeneca – spiega – la raccomandazione di utilizzo per gli over 60 è legata ad un orientamento di grande prudenza".

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L'arma del vaccino, dice, "funziona ed è l'unica vera via per uscire dall'emergenza".

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"Grazie alla vaccinazione di tutti i medici – riferisce – la mortalità nella nostra categoria si è abbattuta del 95%. Ogni mese registravamo tra 40 e 60 decessi. A marzo ne sono stati 10, nei 10 giorni di aprile soltanto 1". 

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E in particolare su AstraZeneca, il presidente Fnomceo evidenzia il fatto che "tra le migliaia di insegnanti pugliesi cui è stato somministrato il vaccino anglo-svedese non si siano registrati casi di effetti collaterali gravi. In un contesto in cui la mortalità per Covid è altissima, il primo vaccino che vi propongono, qualsiasi esso sia – ribadisce Anelli – è la via migliore per tutelare la vostra salute. I dati sulla sorveglianza sanitaria hanno addirittura dimostrato che il vaccino AstraZeneca ha una funzione protettiva maggiore di altri per gli ultra sessantenni". 

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"In questo momento in cui emerge la difficile gestione della pandemia da parte della nostra Regione, vorrei ringraziare tutti i medici pugliesi per il loro impegno e la loro dedizione, che non sono mai venuti meno": è il commento di Anelli ai dati che vedono la Puglia "ai primi posti per numero di contagi in rapporto alla popolazione e agli ultimi posti per l'andamento della campagna vaccinale".

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"Negli ospedali – sostiene – non vengono più rispettati gli standard di rapporto medici/posti letto, né la distinzione di ruolo tra le varie specialità. Fortunatamente, le terapie intensive non sono ancora sature, ma da molti altri punti di vista la situazione è simile a quanto è accaduto a Bergamo durante la prima ondata. Sul territorio, a fronte di un tracciamento ormai saltato, da settimane i medici di famiglia sono impegnati a tappare le falle del sistema, portando avanti la sorveglianza dei malati domiciliari, prenotando i tamponi e, da qualche giorno, somministrando i vaccini. Hanno carichi di lavoro insostenibili, con 12/13 ore di lavoro sette giorni su sette".

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lunedì 12 Aprile 2021

(modifica il 27 Giugno 2022, 14:10)

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