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Avvisi dei Consorzi, Cia Puglia assiste gli associati contro i pagamenti iniqui

La Redazione
Consorzi di bonifica
Secondo l'associazione di categoria "strutture di bonifica allo sbando, imprese agricole penalizzate, serve efficienza"
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La CIA Agricoltori Italiani di Puglia ribadisce di ritenere iniqui e ingiusti gli avvisi di pagamento e di pignoramento emessi dai Consorzi di Bonifica commissariati della Puglia. La CIA Puglia sta offrendo assistenza legale ai propri associati agricoltori che ricorrono contro quegli avvisi. Anche in appello, nelle fattispecie in cui vi siano le condizioni, l’organizzazione sostiene economicamente le spese per l’assistenza legale agli agricoltori.

“La questione – si legge in una nota inviata in Redazione – è sempre la stessa, e continua a destare motivi di preoccupazione per molte imprese agricole pugliesi. CIA Puglia ribadisce la contrarietà agli avvisi emessi per l’anno 2014, relativi al tributo 630, e chiede la sospensione per gli avvisi 2015 e 2016”.

L’associazione degli agricoltori ha più volte denunciato l’assenza di opere di manutenzione straordinaria e l’inesistenza delle opere di manutenzione ordinaria. “Si registra – si legge ancora nella nota – l’assoluta mancanza di programmazione delle strutture e dotazioni organiche degli stessi consorzi, come confermato nella relazione della “Commissione d’indagine Consorzi di Bonifica” in seno al Consiglio regionale della Puglia”.
“I contenziosi presso le Commissioni Tributarie non stanno facendo altro che contribuire a creare confusione e tensioni tra i contribuenti, anche alla luce delle ultime notizie circa l’imminente invio degli avvisi di pagamento del tributo 630 per gli anni 2015 e 2016”.

La Cia ribadisce l’importanza dei Consorzi di Bonifica.

“Si tratta – scrive l’associazione nella nota – di istituzioni importanti per l’agricoltura, soprattutto in relazione alle funzioni che può svolgere per garantire alle imprese agricole la disponibilità di acqua e la sistemazione idraulica dei terreni. I Consorzi possono avere una funzione importante per la difesa idraulica degli immobili extra agricoli (insediamenti civili, industriali e artigianali). Il problema è che, negli ultimi 20 anni, nulla è stato fatto in tal senso”.

“Ecco perché CIA Agricoltori Italiani, anche facendo riferimento alla relazione conclusiva della Commissione d’indagine consigliare della Regione Puglia, chiede di bloccare tutte le iniziative di riscossione messe in atto per il pagamento del tributo 630 relativamente agli anni pregressi e di quelle in procinto di essere avviate”.

CIA Puglia ribadisce che, ciò che può legittimare i Consorzi commissariati a chiedere il pagamento del contributo 630, è solo e unicamente la realizzazione effettiva delle opere previste nel Piano di Classifica, mentre la semplice adozione del Piano non autorizza i Consorzi a chiedere il “tributo”.

La mancata realizzazione delle opere – afferma l’associazione di categoria – è fonte di illegittimità e di responsabilità contabile dell’Ente verso la Corte dei Conti, fino a configurare anche la fattispecie di responsabilità penale, come sancito dal parere del Garante del Contribuente della Puglia espresso in data 27/09/2016.

“Gli ultimi eventi calamitosi, inoltre, hanno aumentato le difficoltà finanziarie delle imprese agricole. Anni e anni di trascuratezza non possono essere scaricati sugli agricoltori, dopo aver portato a una situazione drammatica sul territorio, testimoniata anche dalla crescita degli alberi ormai adulti all’interno dei canali di bonifica”.

La CIA dunque chiede che il Consorzio di bonifica centro-Sud: annulli in autotutela gli avvisi di pagamento già emessi; rimborsi tutti coloro che hanno pagato, sospenda l’emissione di nuovi avvisi per gli anni successivi, predisponga un piano pluriennale di interventi di manutenzione straordinaria dei canali, della rete degli impianti irrigui, e ella rete viaria di competenza del Consorzio, senza gravare sui consorziati.

Alla Regione Puglia l’associazione chiede di porre in atto un’azione di controllo dell’operato dei Consorzi che, trovandosi in una condizione giuridica di commissariamento, non possono esporre l’Ente e la Regione a situazioni di illegittimità di emissioni di atti, senza prima adottare un piano di risanamento dei Consorzi che consenta, poi, di destinare i prelievi fatti per la effettiva realizzazione delle opere previste e non alla sistemazione di situazioni di difficoltà finanziarie.

“In tal modo – si legge a margine della nota – si potrà porre in essere una programmazione partecipata dei consorziati, mediante la rideterminazione dei Piani di classifica che coinvolga le comunità dei territori, e attraverso la redazione di un reale piano industriale e relativa attuazione. In questo modo, può essere determinata l’imposizione di un tributo sostenibile da parte dei contribuenti, a fronte di servizi reali sul territorio e benefici concreti e secondo il principio dei reali costi e benefici”.

lunedì 13 Novembre 2017

(modifica il 27 Giugno 2022, 17:55)

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