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Lenticchia di Altamura IGP, assessore lucano Braia: “Prodotto sano con forte identità territoriale”

La Redazione
L'assessore regionale Braia con il direttore del Consorzio Centoducati.
Un legume sano proveniente dalla Basilicata e dalla Puglia e inserito a pieno titolo nella dieta mediterranea.
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L’assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, Luca Braia, ha reso noto che la Lenticchia di Altamura, prodotto IGP di Basilicata e Puglia, in soli 2 anni ha acquisito una forte reputazione sul territorio nazionale registrando importanti incrementi a livello commerciale.

Un legume sano proveniente dalla Basilicata e dalla Puglia e inserito a pieno titolo nella dieta mediterranea. I numeri contano oltre 200 associati con il 60% degli ettari coltivati nel territorio della Basilicata nei 9 comuni lucani di Montemilone, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Irsina, Tricarico, Matera, Banzi, Forenza e Tolve.

L’assessore ha messo in evidenza come ci sia un forte legame tra il prodotto e la zona di produzione della “Lenticchia di Altamura IGP” che comprende inoltre in Puglia, il territorio di ben 10 comuni del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: Altamura, Ruvo di Puglia, Corato, Minervino Murge, Andria, Spinazzola, Poggiorsini, Gravina in Puglia, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle.

“Siamo soddisfatti della buona annata agraria 2017-18 che emerge dai dati del raccolto di luglio, seppure a causa delle piogge di giugno molto prodotto è purtroppo andato perso: sui 2000 ettari seminati e certificati a Lenticchia di Altamura IGP raccolti in circa 14.000 quintali con una media di 7 quintali per ettaro”.

L’assessore ha anche spiegato come il prezzo della IGP viene programmato e stabilito prima ancora delle semine con gli agricoltori e le Cooperative agricole del territorio e questo permette agli agricoltori di avere delle garanzie sul proprio lavoro. Sono infatti riconosciuti agli agricoltori circa 95 euro/qle per l’IGP da agricoltura convenzionale e circa 125 euro/q.le per il prodotto IGP Biologico. Il prodotto nazionale (non IGP), così come quello estero, oggi ha una quotazione di circa 45 euro/q.le. Questa differenza di prezzo è la dimostrazione che la qualità paga e che l’unione e la cooperazione tra gli agricoltori è l’unica arma a disposizione per tutelare il lavoro nei campi, la nostra cultura ed il nostro territorio.

giovedì 6 Settembre 2018

(modifica il 27 Giugno 2022, 17:10)

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